domenica 5 agosto 2012

Intervista ad Amalia De Bernardis di Elena Capocefalo della rivista online DMAG

Amalia de Bernardis, la perla artistica di rarefatta bellezza che ha chiuso la fortunata rassegna DIE MAUER ai Magazzini del Po si riproporrà con nuovo impeto nella prossima stagione autunnale: una rielaborazione mediata intimamente, scevra da psicanalizzazioni forzate e quantomai anacronistiche. Il risultato è uno spettacolo denso, eterogeneo, voluttuoso che risucchia lo spettatore nel vortice dell’impenetrabile essenza femminile. L’artista è bramosa di compenetrazione e contaminazione culturale: sogna un rapporto tra critica e regia cercando un luogo scambio e di intervento attraverso una discussione reale, tralasciando argomentazioni fasulle. Questo innanzi tutto disvela la sua natura assolutamente irrequieta e seducente. Ecco la nostra intervista.

Ciao Amalia, ci racconteresti la genesi dello spettacolo?
Cantiere Altrigo è una realtà giovanissima. Ci siamo incontrati circa 2 anni fa, ognuno di noi proveniva da un percorso personale più o meno legato alla disciplina artistica del teatro o dell'arte performativa, ognuno aveva una coscienza propria e un linguaggio umano molto complesso , azzardare una strada comune era ( e lo è tuttora) una sfida non indifferente. La ripartizione dei ruoli è stato un avvenimento quasi naturale e assolutamente necessario. La regia, il metodo, la modalità di lavoro e la parola sulla messa in scena finale sono tutti compiti che spettano a me. Cosí come la scelta del tema reggente ogni nuovo lavoro.

IO-CASTA perciò non è stata una decisione collettiva, ma una personale proposta di viaggio. Dopo il lavoro sull'opera di Shakespeare, tappa obbligata per la mia anima, sono stata investita da una miriade di domande, in generale sulla messa in scena, sul concetto
fondante del teatro, sul rapporto che si stabilisce tacitamente tra attore/performer e regista e piu profondamente sul grado di conoscenza che un corpo ha di se stesso e dei propri limiti e tesori, sulla responsabilità che ho nei confronti della verità mia e di altri , sulla possibilità di chiamare quest'ultima con il proprio nome e provare a trasformarla in immagine per contaminare e non per comunicare una qualunque sorta di messaggio con firma: signora so tutto io.
Mi sono anche chiesta in che modo potevo io entrare , senza punta di piedi, negli interni di chi mi lavora accanto oltrepassando la barriera della confessione a cielo aperto e della confidenza amichevole per poter da questi estrapolare una realtà senza filtro, di non atteggiamento ma di essenza. Solo attuando questo processo e portandolo a termine si puó iniziare a parlare di genesi della comunicazione. Origine. Simbolo. Memoria individuale e collettiva. Mito. Modernità. Famiglia. Radice. Religione. Parlando con le persone, con i conoscenti, osservando quelli che mi circondano e quelli che incontro per caso, vedendo i gesti umani scambiati per intendersi oltre la parola, mi sono accorta, forse a torto, che vi è una ripetizione di determinate dinamiche nel rapporto che lega l'animale uomo all'intera società e che vi sono elementi che pur differentissimi tra di loro possono essere ricercati in celle comuni. Queste vedono la famiglia e l'origine ai primi posti. Seguiti immediatamente dal mito. Da qui ho deciso di concentrare tutto l'operato di Cantiere Altrigo su questi tre giganteschi contenitori. Spontaneamente ho percepito che per raggiungere lo scopo che mi prefissavo era troppo invasivo partire immediatamente con la ricerca sulla propria origine o sulla propria famiglia, allora ho concentrato la mia attenzione su un diversivo che potesse iniziare ad aprire porte già socchiuse ed ho individuato due miti per me fondamentali in materia familiare e strettamente legati anche ad una discussione psicoanalitica moderna, il mito di Elettra e il mito di Edipo.
Dopo sessioni di lavoro fisico, improvvisazioni, discussioni, ricerca di materiali e letture Elettra ci é apparsa come "divoratrice" e ci è sembrata troppo dichiaratamente attaccata alle nostre vite per poter procedere senza una crescente invasione e senza un tavolo operatorio degno di tutta la nostra attenzione, allora abbiamo aperto Edipo. Solo li dentro ci si è scoperti in moto davanti ad un vero e proprio dibattito corporeo e sensibile. L'interrogazione dei nostri organismi sul fato, sulla scelta, sulla cecità, sulla sessualità, sull'incesto, sul dovere, sulla fine, sulla volontà, sulla nascita, tutto dentro quel ventre di madre/mamma/amante/creatrice/dea. Li, dove fino a quel momento lo avevo solo percepito. In una donna, in una femmina utilizzata come personaggio di contorno alla grande storia del maschio/vittima Edipo. Poi ho letto una traduzione del nome Giocasta: IO-CASTA, disubbidisce alle regole e sposa suo figlio, con lui consuma un rapporto incestuoso di vero amore, muore suicida. Ho sorriso di gioia e gratitudine. Il primo indizio per un'opera sulla famiglia. IO-CASTA nasce cosí.

Quale definizione daresti al tipo di teatro che avete messo in scena?
Definire è dare un nome, inserire in una categoria o in un movimento di cui ci accettano le caratteristiche, le idee, le metodologie.
Ed io, noi, oggi non abbiamo pronte bandiere con simboli, loghi che ci rappresentino, non utilizziamo manifesti che guidino il nostro lavoro.
Mi è caro il termine "sperimentazione" perché presuppone la possibilità di andare ad indagare meticolosamente su territori conosciuti e non, sui concetti di limite e possibilità, ma se devo darti una risposta ti dico: il risultato finale che porto é il mio teatro e chiamarlo in qualche modo adesso mi sembra un arrivo che non mi posso permettere.

Ho notato che a seconda del posto in cui uno spettatore sedeva si assisteva a uno spettacolo diverso... è stato previsto?
Abbiamo avuto la fortuna di costruire lo spettacolo all'interno dello spazio in cui è stato donato al pubblico. Molte intuizioni, o sogni riguardanti IO-CASTA, hanno preso vita li dentro. Il luogo, Magazzino su Po, è diventato quindi la stanza che ospita a sua volta il ventre gigante di Giocasta che accoglie e consuma, in un gioco di nodi continui, tutta la vicenda di Edipo. Questa è quella parte spaziale che ho sottolineato e messo alla portata di vista di tutti, affinché questa IO-CASTA fosse finalmente il centro pulsante.
Nello stesso tempo ho volutamente inserito su un piano differente Madame Tiresia, e la comparsa sfuggente di Edipo sul palco, che alcuni potevano vedere chiaramente e altri invece potevano vedere solo cambiando posizione o sporgendosi oltre l'appoggio di legno o oltre la gonna di Giocasta. Ho anche diminuito al minimo le dimensioni della lavagna sulla quale Madame Tiresia scrive suggerimenti fondamentali, la profezia e una delle risposte all'indovinello della sfinge.
Questi i miei piccoli studi sul pubblico. Stimolare la curiosità è a mio avviso il primo passo che può portare una vera innovazione nella percezione delle arti. Cercare da sè gli indizi porta il pubblico a non assorbire in maniera passiva uno spettacolo, ma a vivere attivamente la scena. Responsabilizzare lo spettatore alla ricerca per me è fondamentale. Non attivare i meccanismi della comodità dello stare seduti a guardare è importantissimo. Se devi "vedere" allora il tuo corpo deve essere all'erta, pronto a non lasciarsi sfuggire niente. Le persone che frequentano il teatro sono abituate ad avere "in luce" tutte le cose importanti quindi non le cercano mai nelle ombre sfumate, nei bordi della scena. Madame Tiresia è stato uno spunto fantastico per questo lavoro sulla cecità. Piazzare l'oracolo del destino distante dal cuore della centralità scenica, farlo parlare del mito di Er, fargli scrivere con il gesso sul legno, utilizzato appositamente perché potesse creare uno stimolo uditivo, una parte della profezia e una delle risposte agli indovinelli della sfinge ma non metterlo in luce è una scelta precisa.

In che modo la musica ha integrato la drammaturgia?
La musica, sia i pezzi presi in prestito sia quelli composti da Pierpaolo, sono parte stessa della drammaturgia. Il ritmo, la coralità cantata sono stati creati come veri e propri sostituti del testo in alcuni quadri, e come attori in scena accanto o dentro i corpi degli attori in altri.



Di seguito l'URL dell'intervista:
http://www.d-mag.it/performing-arts/articoli/1405/il-mito-rigenerato-dalla-sperimentazione
http://www.d-mag.it/

IO-CASTA, le immagini

Per le immagini e le riprese video si ringrazia Giulia Baciocchi.

venerdì 1 giugno 2012

IO-CASTA , nuova produzione Cantiere Altrigo. Si chiude così la Rassegna Die Mauer

io-casta




NUOVA PRODUZIONE CANTIERE ALTRIGO

VENERDI 15 GIUGNO
MAGAZZINO SUL PO
VIA MURAZZI DEL PO,lato sx
20.30 (prima replica)
22.30 (seconda replica)

Si chiude così il percorso della prima edizione della Rassegna Die Mauer ai Murazzi.

regia,cura della visione,drammaturgia Amalia De Bernardis
cura del suono Pierpaolo Laustino
suggestioni e montaggio video Damiano Monaco
produzione e organizzazione Cantiere Altrigo
collaborazioni Lorenzo Di Meglio
con
Silvia Papini
Alma Spina
Claudia Giacosa
Sonia Peretti
Mariuccia Bison
Claudia Fiore
Nicola Frache

Io-Casta è un nome composto e scritto già per lasciare un segnale da cogliere, un indizio fondamentale per la risoluzione dell'enigma che si nasconde non dietro alle bocche delle sfingi ovulate da Madame Tiresia ma nelle ampie gonne di quella che sola ha fatto il destino proprio di madre e di sposa, di amante e di suicida.
Il corpo femmina gigantesco di Giocasta è il contenitore/stanza dove tutto il mito di questo Oidipous conficcato si consuma in un'alternanza ritmica di intrecci con il destino, ospite domestico, e dove l'io (donna), firmatario di un contratto con la libertà e tempo indeterminato si allunga nella scelta, nella calda imposizione del proprio desiderio, della propria pulsazione umana.
Un piano meticoloso sostenuto dalle spalle matriarcali del profeta dal doppio sentire sensuale, una manomissione dei diritti e dei doveri per la stesura di un'altra tavola di legge, quella della gioia.
Un inno alla pienezza e alla vita, contro complessi e psicoanalisi.

ingresso 5,00 euro

PRENOTAZIONE OBBLIGATORIA (cantierealtrigo@gmail.com / 3484612543)
NUMERO MASSIMO SPETTATORI PER REPLICA: 30 PERSONE


mercoledì 23 maggio 2012

Cantiere Altrigo ospita i ragazzi del Teatro Garibaldi Aperto di Palermo









VENERDI 25 MAGGIO, ORE 21.30
MAGAZZINO SUL PO, MURAZZI DEL PO, TORINO
PER LA RASSEGNA DIE MAUER



Cantiere Altrigo è lieta di ospitare
i ragazzi che hanno contribuito all'occupazione
del TEATRO GARIBALDI APERTO
di PALERMO


Compagnia quartialti

BUONANOTTE

regia
Dario Muratore
con
Dario Mangiaracina
Chiara Muscato
Marcella Vaccarino
Gisella Vitrano
Scenografia, foto di scena
Igor Scalisi Palminteri
disegno luci
Daniela Lo Re


Intrappolati nell'istante in cui vivono, nell'assenza del passato, nella sfiducia del futuro, i giovani della buonanotte
attendono il nulla. Incapaci di osservare l'orizzonte stanno ad occhi chiusi, guardano solo lo specchio in cui si riflettono,
uno nell'altro, soddisfano la necessità di appartenere ad una categoria: quella giusta. Poi, confusi dalle mille offerte che
il mondo propone loro, restano attoniti, passivi, si nutrono solo di ciò che gli viene dato, non scelgono, ma dormono
beati.
Sotto gli occhiali scuri e il cappuccio della buonanotte però sono nascoste le conseguenze, i tormenti personali, le
vergogne, i sensi di colpa, le illusioni, la solitudine. Sono fumetti, sono vecchi, vivono l’universo di noia e violenza che
è stato disegnato per loro, non lottano per venir fuori dalle loro vignette, non ne sentono la necessità.
Quattro attori-fumetti dentro una vignetta e al centro lo schizzo di un muretto.Quattro amici dopo una giornata di
shopping.
Non aspettano qualcosa o qualcuno, ma sono lì, vivono l’istante, rinchiusi nella propria solitudine, nella propria fragile
individualità. Entrano in relazione solo per insultarsi, per mettere in atto scherzi crudeli, suonando una chitarra che non
esiste o inscenando la prima puntata di una fiction.
Se uno di loro ha ancora la forza di avere un sogno a cui aggrapparsi, gli altri faranno presto a distruggerlo .
Infine la violenza di un ballo drogato, il buio, le luci accecanti, il confondersi della massa farà perdere loro ogni tipo di
forza vitale, arriveranno stanchi, sfatti, vecchi e soli. Chiuderanno gli occhi e si lasceranno andare al dolce dormire,
come Snoopy sopra la sua cuccia, come vecchi sui loro dondoli.




I ragazzi saranno inoltre presenti in mattinata al dibattito all'interno della settimana della politica (a scienze politiche) e alle 16.00 alla RESIDENZA VERDI QUINDICI OCCUPATA.

Per gli eventi su facebook:

Incontro alla Verdi Quindici Occupata:
http://www.facebook.com/events/229686660480859/

Per lo Spettacolo alla Rassegna Die Mauer:
http://www.facebook.com/events/392277097477455/


Partecipate numerosi!


INGRESSO 5,00,CON TESSERA ARCI
PER PRENOTAZIONI
cantierealtrigo@gamil.com

martedì 15 maggio 2012

LA CITTA' VERRA' DISTRUTTA ALL'ALBA.



Cantiere Altrigo in collaborazione con Magazzino sul Po
per la Rassegna Die Mauer

presenta


LA CITTA' VERRA' DISTRUTTA ALL'ALBA.
Improvvisazioni tra parole e musica con Fabio Pasciuta e Alessio Bertoli (Asti)


VENERDI 18 MAGGIO ORE 21.30
presso
Magazzino sul Po,via Murazzi del Po lato sinistro


Cardiopalma, tachicardia, una violenta dose di tensione, una esagerata accelerazione dei battiti del cuore...nel mezzo ci sta tutto. E sopra il tutto...sonorità ritmiche che risvegliano quella necessità di danzare che appartiene da sempre alla nostra elica di DNA, per impedire che l'arte di vivere diventi unicamente arte di consolarsi.
Come nella migliore tradizione di trasmissioni radiofoniche, la forza della musica si lega, si mescola alla potenza della parola sussurrata per diventare un'unica fonte di energia: "liberatoria, euforica, melodica".
Una serata che avrà il suo stile musicale "uplifting" della Trance e la parola sarà uno stato di trance...
Noi continuiamo a preferite il vivere...per non essere dei morti viventi!
Uno spettacolo che diventa un format da vivere in prima persona per il pubblico (ballando) o semplicemente ascoltando e restando a guardare la forza della musica con la parola, il gesto, la mimica.

E lasciare un segno!


Apertura biglietteria ore 21.15
Ingresso 5 euro con tessera ARCI.

mercoledì 9 maggio 2012

COME SE NON CI FOSSE DOMANI: Volvon alla Rassegna Die Mauer



Appuntamento RASSEGNA DIE MAUER
Cantiere Altrigo in collaborazione con Magazzino sul Po

presenta

COME SE NON CI FOSSE DOMANI
Esprimi un desiderio
L'orlo del cominciamento
La Rivoluzione Dolce


VENERDI 11 MAGGIO ORE 21.00
presso Magazzino sul Po
Murazzi del Po,lato sinistro


Come se non ci fosse domani è un trittico sospeso tra la sound art e la performance. Il lavoro in tre tempi affronta tre tematiche interconnesse senza soluzione di continuità: Desiderio, Attesa e Lotta. Il progetto vede il suo totale compimento nell'acuirsi della percezione emotiva e sensibile dello spettatore, della sua attenzione a tutti i particolari normalmente più trascurati. E' una tensione al dettaglio visivo e sonoro, una disposizione a entrare in modo totalmente soggettivo attraverso un tempo-ritmo condiviso, un ascolto e una condivisione che non sono solo fisici ma anche e forse soprattutto emotivi.

Progetto: Francesca Cola
Performer: Francesca Cola, Giulia Ceolin
Suoni: Giorgio Bevilacqua, Davide Tomat, Gabriele Ottino, Francesca Cola, Giulia Ceolin
Composizione e installazione sonora: Giorgio Bevilacqua, EXCERPT (Davide Tomat, Gabriele Ottino), Daniele Mana
Costumi: Studio G.A.G.A. Torino
Produzione: VOLVON
In collaborazione con: Mosaico Danza, Fiorile delle Arti e Culture, Officine CAOS, Inteatro Polverigi


Vi aspettiamo venerdì sera al Magazzino sul Po.
Ingresso 5 euro con tessera ARCI.

martedì 10 aprile 2012

Online video promo da 20 minuti di SHAKE (her) SPEAR (e?)

Online su vimeo il video promo da 20 minuti di
SHAKE (her) SPEAR (e?)
Cantiere Altrigo
Lo potete trovare a questo indirizzo:


Il montaggio riguarda le riprese effettuate durante lo spettacolo del 21 gennaio 2012 presso Tedacà bellARTE.